Lunedì 9 marzo 2020 – Ore 16 e Ore 18 Palazzo Gopcevich – LA BOHEME di G. Puccini a cura di Paolo di Nicola (musicologo)
RACCONTA L’OPERA : ‘La Bohème’
Lunedì 9 marzo 2020 ore 16, con replica ore 18
SALVO ATTIVAZIONI MISURE SICUREZZA PER EMERGENZA COVID-19
Quinto appuntamento con ‘RACCONTA L’OPERA’
Ciclo di conversazioni con ascolti a cura dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”
Lunedì 9 marzo 2020, alle ore 16 e con replica alle ore 18, per il cartellone dei “Lunedì dello Schmidl” è dedicato a “La Bohème” di Giacomo Puccini il quinto appuntamento con “RACCONTA L’OPERA”, il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste. L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.
L’opera, nella messinscena firmata, anche per le luci, da Carlo Antonio De Lucia (scene Alessandra Polimeno e Carlo Antonio De Lucia, costumi Giulia Rivetti) e nel nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste in coproduzione con Amigos Canarios de la Opera, Orchestra Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste con la partecipazione del Coro “I Piccoli Cantori della Città di Trieste” (diretti dal Maestro Cristina Semeraro), sarà in scena dal 13 al 21 marzo al “Verdi” di Trieste per la direzione musicale del Maestro Christopher Franklin, maestro del Coro Francesca Tosi.
Allo “Schmidl” sarà il musicologo Paolo Di Nicola a raccontare l’opera di Puccini, avvalendosi anche di esempi musicali e video. Un gradito ritorno di un brillante conferenziere già apprezzato in passato.
La Bohème, opera in quattro quadri su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa tratto da ‘Scènes de la vie de Bohème’ di Henry Murger, è forse la più popolare tra quelle composte da Giacomo Puccini ed è costantemente ai vertici della classifica delle opere più rappresentate nei teatri di tutto il mondo. Andò in scena per la prima volta al Teatro Regio di Torino il primo febbraio 1896, diretta da un Arturo Toscanini ventinovenne. E' considerata un capolavoro per “l’intenso lirismo melodico, l’armonia originale e raffinata, e il timbro strumentale vaporoso” e, di certo, i suoi colori sono inconfondibili ed emozionalmente irresistibili. E' la storia dell'impossibile speranza dell'amore, ambientata nella Parigi del 1830, e narra la vita di un gruppo di squattrinati giovani artisti del Quartiere Latino. Il poeta Rodolfo e il pittore Marcello mentre sognano il successo devono anche pensare a come metter insieme il pranzo con la cena e a pagare l’affitto all’invadente padrone della squallida soffitta in cui abitano. A complicare le cose interviene l'amore o meglio la folle speranza che l'amore porta con se, e che è sempre destinata a esser delusa. Rodolfo incontra la fioraia Mimì e Marcello l’effervescente Musetta, ma sulle promesse d'amore incombe la miseria, gli eventi della vita e, per Mimì, una malattia implacabile. Amanti e amici si incontreranno di nuovo nella vecchia soffitta, ma niente è più come prima, la giovinezza è finita, Mimì è tornata per poter morire tra le braccia di Rodolfo. Musicalmente la partitura è tutta un susseguirsi di arie e duetti celebri, dall’aria di Rodolfo “Che gelida manina” a quella di Mimì “Sì mi chiamano Mimì” al valzer di Musetta “Quando m’en vo’ “, al duetto “O soave fanciulla” cantato da Rodolfo e Mimì a chiusura del primo atto ma anche a quella del basso Colline che si separa dalla sua “Vecchia zimarra”. Un profluvio di arie immortali per incorniciare una storia che da sempre suscita nel pubblico un incantamento emotivo che non conosce declino.
L’ingresso alla manifestazione è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Patrizia Ferialdi
per
Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”
Trieste, 28 febbraio 2020